Ugo Foscolo
Un dì s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentil anni caduto
La madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenero muto:
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se dal unge i miei tetti saluto,
sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch’io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l’ossa mia rendete
allora al petto della madre mesta.
Ugo Foscolo- '«In morte del fratello Giovanni»'

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