Beato l’albero che è solo sensitivo
e più la pietra dura che non sente neppure,
perché il più gran dolore è quello d’esser vivi
né c’è pena più grande della vita cosciente.
Non saper nulla ed essere, essere senza meta,
fra il timor d’esser stati e un futuro terrore.
Di certo, la paura d’esser domani morti
e il soffrire per l’ombra, per la vita, per quello
che neanche conosciamo, soltanto sospettiamo,
mentre la carne tenta coi suoi freschi racemi
e la tomba ci attende coi suoi funebri fiori:
e ignorare ove andiamo
e di dove veniamo…
e più la pietra dura che non sente neppure,
perché il più gran dolore è quello d’esser vivi
né c’è pena più grande della vita cosciente.
Non saper nulla ed essere, essere senza meta,
fra il timor d’esser stati e un futuro terrore.
Di certo, la paura d’esser domani morti
e il soffrire per l’ombra, per la vita, per quello
che neanche conosciamo, soltanto sospettiamo,
mentre la carne tenta coi suoi freschi racemi
e la tomba ci attende coi suoi funebri fiori:
e ignorare ove andiamo
e di dove veniamo…
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